FAQ: Domande frequenti
Che cos'è la PSSD?
Chi riguarda?
Quali sono i sintomi sessuali?
Quali sono i sintomi non sessuali?
Quali sono le modalità di insorgenza?
Come posso sapere se soffro di PSSD?
Cosa può suggerire che non è PSSD?
Risposta alla domanda selezionata

Disfunzioni Sessuali Post-SSRI (Wikipedia)



La disfunzione sessuale post-SSRI[1] (Post-SSRI Sexual Dysfunction, PSSD) è una patologia iatrogena (→ dovuta ad un farmaco) causata dagli inibitori del reuptake della serotonina (SSRI) e inibitori del reuptake di serotonina-noradrenalina (SNRI) caratterizzata da disfunzioni sessuali ed emotive che insorgono durante l'assunzione del farmaco e che persistono per un tempo indefinito dopo la sospensione degli SSRI\SNRI. Può altresì comparire alla sospensione del trattamento, rappresentando uno specifico sottotipo di sindrome da sospensione degli SSRI\SNRI. Questa condizione non è stata ancora ben definita e studiata.[2]

Sintomi

Al di là del nome, la patologia non consiste solo in un insieme di sintomi che colpiscono la sfera sessuale ma è spesso caratterizzata da una più ampia difficoltà a provare esperienze edoniche ed emotive in genere, di cui i disturbi sulla sessualità sono solo i riflessi più evidenti.[2]
I sintomi più comuni, che possono essere presenti contemporaneamente o meno, consistono in:[2][3]
  • assenza\riduzione libido: incapacità di provare attrazione sessuale; può venire meno il piacere legato alla sessualità, la necessità di esprimere bisogni fisici legati alla sessualità (come la masturbazione o la ricerca di materiale pornografico), il desiderio di ricercare un rapporto e le fantasie erotiche; possono essere assenti sogni erotici;[2]
  • perdita o diminuzione della risposta fisica agli stimoli sessuali;
  • anestesia tattile o riduzione della sensibilità ai genitali: può essere diminuita o venire meno la sensibilità tattile e alla temperatura delle aree genitali (pene, vagina e talvolta anche capezzoli);[4]
  • disfunzione erettile, diminuita lubrificazione vaginale: negli uomini raggiungere e mantenere una erezione risulta difficoltoso sia per via psicogena (pensieri a sfondo sessuale, visione di immagini erotiche) sia che per stimolazione fisica; nelle donne può venire meno la congestione genitale. Riduzione o assenza delle erezioni notturne e mattutine (la cui presenza è usata come indicatore per distinguere una disfunzione sessuale di origine psicogena da una fisiologica);[2]
  • incapacità o difficoltà a raggiungere l'orgasmo (anorgasmia) o eiaculazione precoce, sindrome da eccitazione sessuale persistente nelle donne (PGAD);[3]
  • anedonia orgasmica: può permanere la sensazione dell'orgasmo associata alle contrazioni muscolari ma queste non trasmettono più piacere;
  • ottundimento emotivo ed anedonia: può essere diminuita la capacità di provare emozioni (sia positive che negative, può risultare ad esempio difficile piangere o provare "sensazioni forti"), sensazioni edoniche in genere e di legame emotivo, può venire meno il desiderio di intimità di coppia;[2] possono essere presenti apatia, mancanza di motivazione e di stimolo di fare, diminuita la capacità creativa. Musica, hobby o attività prima coinvolgenti possono non risultare più particolarmente attraenti o gratificanti;[5] i pazienti potrebbero essere in grado di discernere questi sintomi da quelli causati da eventuali patologie depressive di fondo.[6]
  • riduzione della viscosità e del volume dello sperma;[7]
Generalmente non sembrerebbero essere presenti sintomi psicologici residui di depressione ed ansia mentre è spesso descritto in senso generale di "distacco" e alienazione.[8][3][9]
Tali sintomi possono comparire durante l'assunzione e persistere dopo l'interruzione, oppure peggiorare o comparire con la sospensione del trattamento.[2]

Prevalenza

La prevalenza della PSSD deve ancora essere determinata, anche se sono stati pubblicati inviti per studi epidemiologici post-marketing.[10][11][2]
Sembra che la maggior parte delle persone ritrovino la loro normale funzione sessuale dopo l'arresto del SSRI\SNRI.[10] Alcuni studi sembrano però indicare che una significativa parte di assuntori possa sperimentare, almeno in forma leggera, una qualche forma di disfunzione persistente.[1][12]
In 3 ampi studi vs. placebo effettuati secondo il metodo del doppio cieco, con lo scopo di evidenziare gli effetti benefici degli SSRI nel trattamento dell'eiaculazione precoce, è stato rilevato che l'effetto ritardante sull'eiaculazione persisteva nel tempo (per oltre 6 mesi) dopo l'interruzione del farmaco su un'ampia percentuale dei pazienti trattati (oltre il 60%), segno che forse il farmaco ha indotto dei cambiamenti persistenti nella funzionalità sessuale.[13][14][15]
In altri studi si è misurata la sensibilità tattile della cute genitale mediante delle stimolazioni elettriche e si è visto che questa era significativamente diminuita durante la somministrazione di SSRI e ciò non era spiegabile con cause psicologiche.[16]
In uno studio del 1999 ad un gruppo di pazienti in cura per depressione con un SSRI che stavano sperimentando qualche genere di disfunzione sessuale dovuto al farmaco è stato chiesto di passare all'antidepressivo "amineptina", noto per avere una bassissima incidenza di effetti collaterali sulla sfera sessuale. Dopo 6 mesi, il 55% di questi pazienti aveva ancora qualche tipo di disfunzione sessuale, mentre nei pazienti depressi trattati da subito con amineptina e non esposti ad un SSRI la percentuale di disfunzioni sessuali era solo del 4%.[17]

Disfunzioni in corso di trattamento

Accade molto comunemente che chi assume antidepressivi SSRI (e anche SNRI) lamenti effetti collaterali sulla sfera sessuale che si configurano in disfunzione erettile nell'uomo e difficoltà nella lubrificazione nella donna, incapacità di raggiungere l'orgasmo, calo della libido e del piacere legato alla sessualità e più raramente diminuzione della sensibilità genitale.[18][19]
La percentuale di persone che sperimenta questo tipo di effetti collaterali varia molto in base agli studi: i primi ne stimavano una prevalenza attorno al 8-14%[20] (ma ciò si è rivelato un dato sottostimato perché i pazienti non erano propensi a riportare spontaneamente tali effetti ed i medici evitavano di chiederlo a causa dello stigma sociale legato alle disfunzioni sessuali[21]) mentre le attuali indagini post-marketing portano tale percentuale al 70%[22]. Alcuni studi arrivano ad una prevalenza del 100%[23].
Uno studio del 2009 condotto da un team di ricercatori dell'università di Oxford ha trovato che gli SSRI causano nella maggior parte dei pazienti trattati ottundimento emotivo, espresso come apatia e una minore capacità di provare empatia ed emozioni positive in genere. A causa di ciò alcuni pazienti hanno sviluppato ideazioni suicidarie ed uno è arrivato ad azioni di autolesionismo nella speranza di provare "emozioni". In questo studio è risultato che i pazienti erano in grado di distinguere tra i deficit emozionali causati dal trattamento e quelli dovuti alla loro patologia depressiva.[6][24] In un altro studio pubblicato nel 2014 si è evidenziato come gli SSRI (ed anche i TCA anche se in misura minore) abbiano un impatto negativo significativo sui sentimenti di "amore" e "attaccamento" verso la partner, in particolare negli uomini.[25]
La diminuzione della pulsione, la disfunzione erettile e il diminuito interesse per le attività piacevoli e quotidiane sono un sintomo tipico anche di diverse patologie ansioso-depressive specie di grado severo, tuttavia la perdita della libido, delle reazioni automiche (quali erezioni spontanee), la difficoltà a raggiungere l'orgasmo, l'anestesia genitale, l'ottundimento emotivo sembrano invece essere speciale caratteristica degli antidepressivi serotoninergici.[18]

Farmaci SSRI\SNRI

Sembra che a provocare questa sindrome siano solo gli Inibitori selettivi del Reuptake della Serotonina (SSRI) e della serotonina-noradrenalina (SNRI). Per la similarità con il meccanismo d'azione, si potrebbe supporre che anche alcuni triciclici possano essere in grado di indurre tale sindrome ma ad oggi non sono presenti rapporti che lo indicano.[12]
In Italia i farmaci SSRI in commercio sono:
  • fluoxetina (Prozac, Fluoxeren, Azur, Clexiclor, Cloriflox, Diesan, Flotina, Ipsumor, Xeredien)
  • sertralina (Zoloft, Tatig, Tralisen)
  • citalopram (Seropram, Elopram, Felipram, Frimaind, Feliximir, Frimaind, Kaidor, Marpram, Percitale, Return, Ricap, Sintopram, Verisan)
  • escitalopram (Cipralex, Entact)
  • fluvoxamina (Dumirox, Fevarin, Maveral)
  • paroxetina (Daparox, Dapagut, Dropaxin, Eutimil, Sereupin, Seroxat, Stiliden)
  • dapoxetina (Priligy)
mentre gli SNRI
Possono essere prescritti sia dagli specialisti che dai medici di medicina generale e sono tutti totalmente rimborsati dal SSN[26], anche ciò ne spiega la loro elevata diffusione e la prolungata assunzione: capita spesso che chi comincia un trattamento con antidepressivo lo porti avanti anche per anni nell'ottica di una terapia di mantenimento e di prevenzione delle ricadute. Negli USA il 60% delle persone che inizia un trattamento antidepressivo lo continua per almeno 2 anni, il 14% per 10 anni[27] (anche se secondo alcuni studi l’uso a lungo termine di antidepressivi SSRI\SNRI può avere un effetto pro depressivo).[28]

Rapporti pubblicati

Tre casi di disfunzione sessuale persistente seguente all'uso di SSRI[29] e un quarto caso che descrive un caso di anestesia genitale persistente da oltre 6 anni seguito dell'uso di un SSRI sono stati descritti nel 2006.[30]
Un case-report, pubblicato alla fine del 2007, descrive un caso di PSSD insorto dopo sole 4 settimane di assunzione di un SSRI, indicando che la sindrome si potrebbe sviluppare anche dopo un trattamento molto breve con gli SSRI.[4]
Nel 2008 è stata pubblicata una review in cui si discutono le allora emergenti prove dell'esistenza della PSSD ed in cui si afferma come medici e pazienti possano non attribuire le disfunzioni ad un farmaco che non assumono più e che queste possono essere erroneamente attribuite a cause psicologiche.[31] Sempre nel 2008 altri tre casi sono stati pubblicati sul Journal of Sexual Medicine, selezionati da un gruppo Yahoo dedicato alla PSSD con oltre 3500 membri.[32]
Un altro articolo è stato pubblicato nel 2009.[33]
Nel 2012, l'agenzia per la farmacovigilanza olandese (LAREB) ha pubblicato un rapporto sulla base di 19 segnalazioni pervenute al loro ufficio riguardanti disfunzioni sessuali persistenti a seguito dell'assunzione di SSRI\SNRI evidenziando come tali sintomi potessero essere conseguenza del trattamento farmacologico ed invitando ad approfondire il fenomeno, riconoscendo di fatto ufficialmente l’esistenza della sindrome[34]. Dallo stesso anno nella versione americana del foglietto illustrativo del Prozac è riportato che "sintomi di disfunzione sessuale possono occasionalmente persistere dopo l'interruzione del trattamento con Fluoxetina".[35]
Nel 2013 è stato pubblicato uno studio qualitativo su 9 soggetti affetti da PSSD in cui si esaminava l'impatto della sindrome sulla loro qualità di vita.[8] L'ultima versione del "Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali" (DSM5), pubblicata nello stesso anno, riporta che "sintomi di disfunzione sessuale possono occasionalmente persistere dopo l'interruzione del trattamento con SSRI\SNRI".
Nel 2014 Hogan et al. (tra cui il noto psichiatra britannico David Healy) hanno descritto 120 casi di disfunzione sessuale persistente a seguito dell'uso di un farmaco (di cui 91 a seguito dell'uso di un SSRI\SNRI) dimostrando per la prima volta la similarità tra i sintomi descritti da un ampio numero di soggetti pur se esposti a diversi tipi di SSRI\SNRI, la similarità dei sintomi tra la PSSD, la Sindrome Post-Finasteride e la Sindrome Post-Isotretinoina ed invocando lo studio ed il riconoscimento della sindrome.[7] E' dello stesso anno un rapporto che descrive un caso di disfunzione persistente in cui si ipotizza il ruolo dei canali ionici nella genesi dell'anestesia genitale che è stata trattata con tecniche di irradiazione laser a bassa potenza.[36]
Nel 2015 Ben-Sheetrit ha condotto un ampio studio (pubblicato sull’importante rivista Journal of Clinical Psychopharmacology) in cui si descrivono 532 casi di sospetta disfunzione sessuale persistente raccolti tramite questionari e selezionandone in particolare 183 come molto probabili. In questo studio si conferma come non sembra esserci una correlazione tra sviluppo della sindrome e dose di farmaco assunta e come i classici parametri ormonali la cui alterazione è associata a disfunzioni sessuali (testosterone, prolattina, estrogeni) risultino nella norma.[37]
Nel 2016 è stata pubblicata una review di studi su animali sull’effetto della somministrazione neonatale di SSRI, nota per causare disfunzioni sessuali persistenti, ed in cui si evidenzia come simili osservazioni sono state fatte su pazienti.[38]
Nel corso del 2017 sono state pubblicate due differenti review degli studi pubblicati fino a quel momento: in entrambe si riporta come sia una condizione sotto segnalata e studiata e vengono discusse le ipotesi sulle cause e i trattamenti, giungendo a simili conclusioni.[2][12] In particolare in una di queste review si sottolinea come questa condizione spesso comprenda anche delle difficoltà emotive, non solo sulla sfera sessuale, che vanno ulteriormente a ledere la qualità di vita dei pazienti e del rapporto di coppia, tant'è che viene ridefinita come una più generale "Sindrome Post-SSRI"; sottolinea inoltre come sia sorprendentemente poco studiata e caratterizzata attraverso studi dedicati.[2]
Sono stati pubblicati anche diversi casi di Disturbo da Eccitazione Sessuale Persistente (PGAD, un disturbo che non deve essere confuso con l'ipersessualità)[39][40][41] e di eiaculazione precoce[42] che iniziano e durano a lungo dopo la sospensione di farmaci che inibiscono la ricaptazione della serotonina. Sandra Leiblum ha descritto i disturbi sessuali di eccitazione persistente in un caso in cui era stata confermata la PSSD.[43]
Si giunge quindi ad un totale di oltre 300 casi descritti (attraverso pubblicazioni scientifiche). Per confronto, l’antidepressivo nefazodone è stato ritirato dal commercio in Canada nel 2003 perché dalla sua commercializzazione, avvenuta nel 1994, ha causato 51 casi di epatotossicità (cioè 1 su 250-300mila pazienti/anno trattati) di cui 2 risultati in trapianto.

Indagine e segnalazione

La possibilità della comparsa di disfunzioni sessuali persistenti a seguito dell'uso di un SSRI\SNRI non è ufficialmente riconosciuta dalle autorità della farmacovigilanza (AIFA) perciò non è riportata nei foglietti illustrativi, nelle linee guida e non sono stati diramati bollettini volti ad informare specialisti e medici di famiglia di tale eventualità. Ciò contribuisce a generare erronee diagnosi di disfunzioni sessuali con causa psicologica, che vengono perciò affrontate in maniera inadeguata,[12] e alla mancata segnalazione alle autorità di farmacovigilanza dei casi con grave sottostima del fenomeno (è per questo importante che in caso di sospetta presenza della sindrome venga inviata l'apposita segnalazione di sospetta reazione avversa alla autorità di farmacovigilanza).
Non è stato attualmente individuato un fattore diagnostico (test di laboratorio) in grado di confermare la presenza della patologia: i classici parametri ormonali ematici comunemente associati alla comparsa di disfunzioni sessuali (abbassamento testosterone, innalzamento prolattina) risultano nella norma. Report anedottici sembrano indicare valori anormalmente alti di progesterone e una assenza o notevole riduzione di erezioni spontanee e notturne.
Per stabilire la presenza, controllare e regolare la causalità della PSSD nei singoli pazienti, un approccio utilizzabile è la consultazione medica e psicologica atta a testare parametri misurabili della salute del paziente (livelli ormonali, funzionamento sessuale) con sondaggi o test di laboratorio prima e dopo la somministrazione di un farmaco psichiatrico, escludendo eventuali fattori patologici o concause psicologiche.[12]
Negli studi è invocato un miglioramento della comunicazione delle informazioni tra medico e paziente circa la possibilità di effetti collaterali sulla sfera sessuale (consenso informato).[44]

Eziologia

Non è attualmente noto ciò che provoca la PSSD. Essendo generata (sembra) esclusivamente dalle molecole che bloccano il reuptake della serotonina, la sindrome sembra essere meccanismo d'azione specifica. Non sono stati però svolti molti studi per valutare quanto e quali delle numerose modificazioni nella chimica neuronale e nella struttura cerebrale indotta dagli SSRI\SNRI siano reversibili con la sospensione del trattamento.[45][12]
La Fluoxetina (Prozac), il prototipo di SSRI, è stata classificata come una tossina riproduttiva[46] dal Centro per la Valutazione dei Rischi sulla Riproduzione Umana (CERHR), un gruppo di esperti presso il National Institute of Environmental Health Sciences del National Institutes of Health.
Dato che c'è una parziale riduzione dei sintomi con l'uso di metilfenidato si ipotizza una disfunzione del sistema dopaminergico e\o noradrenergico.[47][48] Si ipotizza poi una alterazione del bilancio serotonina-dopamina, della sensibilità recettoriale, della sintesi dell'ossido nitrico e del sistema melanocortinico.[12]
Vista la capacità degli SSRI di alterare la neurosteroidogenesi,[49] si ipotizza che nella PSSD, così come la Sindrome Post Finasteride (PFS) con cui la PSSD condivide un'ampia gamma sintomatologica, siano coinvolte modificazioni nella sintesi e nella sensibilità a particolari neurormoni steroidei.[2] Il professor Healy sostiene che almeno parte della sintomatologia possa essere dovuta ad un effetto tossico di questi farmaci nei confronti dei fasci nervosi spinali;[50] altri studiosi ipotizzano possa esserci un effetto neurotossico in analogia ad altre sostanze psicoattive in grado di generare sintomi simili.[2] Si è evidenziato come l'assunzione di farmaci inibitori della ricaptazione della serotonina induca modificazioni epigenetiche del substrato neurale: il controllo dell'espressione genetica, mediato tra l'altro anche dagli ormoni steroidei, potrebbe spiegare la persistenza dei sintomi a lungo termine dopo la sospensione del farmaco.[2][45]

Studi sugli animali

Esperimenti con i roditori hanno dimostrato che un trattamento cronico con SSRI in giovane età provoca una diminuzione permanente del comportamento sessuale, anche in età adulta.[51][52] Questi studi hanno evidenziato profonde alterazioni del funzionamento cerebrale come la riduzione dell'enzima limitante la velocità di sintesi della serotonina (la triptofano idrossilasi) nel rafe dorsale e dell'espressione del trasportatore della serotonina (SERT) nella corteccia.
Sembra che la PSSD può essere trasmessa ereditariamente da una generazione all'altra, almeno nei roditori, dal momento che l'esposizione materna alla fluoxetina altera la motivazione sessuale nei topi maschi adulti.[53] Ciò potrebbe essere dovuto ad alterazioni epigenetiche ereditabili.
Non è noto se i risultati nei roditori possano essere ricondotti alla condizione umana ma le conseguenze possono essere simili.[54][38]

Effetti a breve termine degli SSRI

Durante l'assunzione di un SSRI sono state evidenziate, attraverso studi su animali e pazienti, numerose alterazioni neuroendocrine, della struttura cerebrale, del funzionamento e nella chimica dei neuroni, alcune delle quali potrebbero essere direttamente coinvolte nella genesi delle disfunzioni sessuali.
Tra queste, si citano ad esempio:
  • inibizione della sintesi del GnRH (Central Gonodotropin Releasing Hormone) che svolge un ruolo centrale nei fenomeni riproduttivi;[55]
  • diminuzione dell'espressione delle proteine nNOS (Neuronal Nitric Oxide Synthase), l'ossido nitrico svolge un ruolo fondamentale nell'erezione;[56]
  • interferenza nella steroidogenesi;[60][61]
  • desensibilizzazione dei recettori della serotonina che si è dimostrato persistere dopo la sospensione del trattamento;[62]
  • diminuzione della funzionalità e della concentrazione del trasportatore della serotonina (SERT) in maniera apparentemente simile a quella causata dall'MDMA;[63][64]
  • aumento della quantità di triptofano idrossilasi, enzima limitante la sintesi della serotonina;[65]
  • ridotta funzione dell'asse ipotalamo-ipofisi-testicolo (HPTA);[66]
  • diminuiti livelli di testosterone;[67]
  • riduzione della conta spermatica che ha mostrato un notevole miglioramento dopo l'interruzione[68] e ridotta qualità spermatica con DNA danneggiato dello sperma, che è reversibile con la sospensione;[69]
Pochi studi sono stati però svolti per cercare di capire se queste alterazioni sono reversibili con la sospensione e quali sono legate alla persistenza delle disfunzioni sessuali.[70][2] Altri studi hanno addirittura messo in evidenza come gli SSRI possano esercitare effetti epigenetici cioè alterazioni nell'espressione genica.[45]

Effetti a lungo termine

Il trattamento con Fluoxetina (Prozac) ha dimostrato causare persistente desensibilizzazione dei recettori 5HT1A della serotonina, con conseguente diminuzione di circa il 30% della secrezione di ossitocina, dopo la rimozione di SSRI nei ratti.[71] Inoltre, il loro uso è stato dimostrato causare alterazioni nella struttura cerebrale e nella struttura dei neuroni serotoninergici,[72] in particolare in alcune aree direttamente implicate nella risposta agli stimoli sessuali, che potrebbero essere molto lentamente reversibili.[73][74]
Queste modifiche di adattamento a lungo termine dei recettori 5-HT, così come più complessi cambiamenti globali, si pensa siano mediati da alterazioni dell'espressione genica.[75][76][77][78][79] Alcuni di questi cambiamenti di espressione genica sono il risultato di strutture alterate del DNA a causa del rimodellamento della cromatina (in particolare la modificazione epigenetica degli istoni[80][81][82]) e il silenziamento genico indotto dalla metilazione del DNA (a causa della maggiore espressione delle delle proteine trasportatrici di metile MeCP2 e MBD1).[83] È stato osservato che durante l'assunzione di un SSRI/SNRI, l'induzione del suddetto metile legante le proteine è accompagnata ad una maggiore sintesi dell'mRNA del gene che codifica per l'enzima HDAC2 (uno degli enzimi preposti a deacetilare gli istoni) e ad una contemporanea diminuita acetilazione dell'istone H3 in tre aree di proiezione della serotonina: il caudato-putamen (corpo striato), la corteccia frontale e il giro dentato dell'ippocampo. Nel loro insieme sembra che questa aumentata espressione di MDB1, MeCP2, HDAC2 giochino un ruolo nella regolazione dell'acetilazione degli istoni e nella metilazione del DNA; la repressione dell'espressione genica è una risposta generalizzata al trattamento con fluoxetina.[84]
L'espressione genica alterata e il rimodellamento della cromatina possono essere coinvolti anche nella eziologia di diverse patologie psichiatriche e la modificazione dell'espressione genica sembra avere un ruolo nell'effetto terapeutico di alcuni farmaci nel meccanismo d'azione della terapia elettroconvulsiva (ECT).[85][86]
Poiché i descritti cambiamenti dell'espressione genica sono complessi, e possono comportare modifiche persistenti, è stato suggerito che l'uso di SSRI può provocare una alterazione persistente dell'espressione genica cerebrale che porta a una compromissione della neurotrasmissione catecolaminergica e disturbi neuroendocrini.
Tuttavia, senza ricerca neuropsicofarmacologica, farmacogenomica e tossicognomica,[87] la causa definitiva rimane sconosciuta.

Teoria dello "squilibrio chimico"

Alcuni critici sostengono che le pubblicità dei farmaci SSRI ampiamente diffuse su televisione e stampa,[88] promuovono un messaggio inesatto, banalizzando ciò che questi farmaci fanno effettivamente.[89][90] La critica deriva dalla messa in discussione delle affermazioni secondo cui gli SSRI, ed in generale gli psicofarmaci, lavorino correggendo presunti squilibri chimici nel cervello che sarebbero la causa della depressione.[91]
Non esistono però strumenti per misurare i livelli dei neurotrasmettitori in un cervello e per consentire un monitoraggio continuo durante il trattamento, rimane quindi difficile se non impossibile sapere se la causa di un disturbo psichiatrico sia dovuta ad un reale squilibrio chimico e se il trattamento sia in grado di ripristinare il livello di un neurotrasmettitore carente (cioè correggere uno squilibrio). Senza questa conoscenza per ogni paziente, gli psicofarmaci possono effettivamente causare squilibri chimici e stati cerebrali anormali.[92]

Altri farmaci

Gli antipsicotici sono noti per causare, in corso di trattamento, disfunzioni sessuali simili alla PSSD, soprattutto a causa dei loro effetti antagonisti sui recettori D2 della dopamina, così come l'antagonismo di H1, Î ± 1 e Î ± 2.[93]
Il farmaco finasteride, che viene utilizzato nel trattamento della calvizie maschile e dell'ipertrofia prostatica benigna, è stato mostrato causare anch'esso disfunzione sessuale persistente in un sottogruppo di pazienti trattati.[94]
L'isotretinoina, un farmaco usato per curare l'acne, sembra causare una sindrome dalla sintomatologia molto simile.[7]
Anche gli assuntori di MDMA (ecstasy), una neurotossina in grado di aumentare notevolmente le quantità cerebrali di serotonina, possono sviluppare una sintomatologia molto simile caratterizzata da anedonia, apatia, disfunzioni sessuali.[95][96][2]

Trattamento

Non esiste una cura nota per la PSSD, soprattutto perché la sua eziologia è ancora sconosciuta. Le possibili opzioni di trattamento sono state esaminate solo teoricamente sulla base degli approcci utilizzati per la disfunzione sessuale indotta da SSRI durante il trattamento [97][98][99] e sulla base di ipotesi teoriche.[100][2]
Vi è evidenza per le seguenti strategie di gestione: per la disfunzione erettile, l'aggiunta di un inibitore PDE5 come il sildenafil o altri farmaci approvati allo scopo (come soluzioni topiche di alprostadil, iniezioni intracavernose di prostaglandina E1, trattamenti orali a base di apomorfina); per la diminuzione della libido, un farmaco che agisce sulla trasmissione dopaminergica o farmaci volti a ripristinare eventuali scompensi ormonali, anche se non sono stati condotti studi in merito per verificarne l'efficacia.
In degli studi sono stati utilizzati agonisti dei recettori 5HT-1A (come il buspirone), antagonisti dei recettori 5HT-2 e 5HT-3 (come trazodone e mirtazapina) e il naltrexone (un antagonista oppioide) che sarebbero in grado di agevolare la trasmissione dopaminergica ed alleviare i disturbi sessuali nei pazienti in trattamento con SSRI\SNRI. La cabergolina, che è un agonista dei recettori D2, che a sua volta diminuisce la prolattina, nei soggetti che stavano sperimentando una disfunzione sessuale durante il trattamento con un SSRI\SNRI, ha completamente restaurato l'orgasmo in un terzo dei soggetti anorgasmici, e parzialmente ripristinato l'orgasmo in un altro terzo dei soggetti.[101] Tuttavia non sono stati svolti studi volti a verificarne l'efficacia nel trattamento della sindrome.
Alcune prescrizioni off-label di molecole che aumentano la trasmissione dopaminergica sono pramipexolo, ropinirolo, yohimbina, metilfenidato o amfetamina, selegilina, levodopa. La maggior parte degli studi sulla disfunzione sessuale sono stati fatti sugli uomini, anche se alcuni studi condotti sulle donne hanno mostrato benefici dal bupropione (a dosi > 300 mg/die a causa della sua debole azione dopaminergica). Uno studio mostra il beneficio sulla funzione orgasmica con il sildenafil, anche se nessun cambiamento nel desiderio o nell'eccitazione.[102]

Note

  1. ^ a b Bahrick, A. (2006, September). Post SSRI sexual dysfunction. American Society for the Advancement of Pharmacotherapy Tablet, 7 (3), 2–3, 10–11.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p Yacov Reisman, Sexual Consequences of Post-SSRI Syndrome, in Sexual Medicine Reviews, 19 giugno 2017, DOI:10.1016/j.sxmr.2017.05.002. URL consultato il 1° luglio 2017.
  3. ^ a b c (EN) Post-SSRI Sexual Dysfunction (PSSD): Clinical Characterization and Preliminary Assessment of Contributory Factors and Dose-Response Relationship. (PDF Download Available), su ResearchGate. URL consultato il 1° luglio 2017.
  4. ^ a b Kauffman RP, Murdock A (2007). “Prolonged Post-Treatment Genital Anesthesia and Sexual Dysfunction Following Discontinuation of Citalopram and the Atypical Antidepressant Nefazodone”. The Open Women's Health Journal 1: 1–3.
  5. ^ (EN) Buried Alive: Post-SSRI Sexual Dysfunction (PSSD) | RxISK, su rxisk.org. URL consultato il 1° luglio 2017.
  6. ^ a b Jonathan Price, Victoria Cole e Guy M. Goodwin, Emotional side-effects of selective serotonin reuptake inhibitors: qualitative study, in The British Journal of Psychiatry: The Journal of Mental Science, vol. 195, nº 3, 1º settembre 2009, pp. 211–217, DOI:10.1192/bjp.bp.108.051110. URL consultato il 25 febbraio 2017.
  7. ^ a b c C. Hogan, J. Le Noury, D. Healy, D. Mangin (2014). "One hundred and twenty cases of enduring sexual dysfunction following treatment Archiviato il 1º agosto 2014, in Internet Archive." International Journal of Risk & Safety in Medicine 26 (2014) 109–116 doi:10.3233/JRS-140617. PMID 24902508.
  8. ^ a b Rebecca Diane Stinson, The impact of persistent sexual side effects of selective serotonin reuptake inhibitors after discontinuing treatment: a qualitative study (abstract), 2013.
  9. ^ (EN) SSRIs & Loss of Identity | RxISK, su rxisk.org. URL consultato il 1° luglio 2017.
  10. ^ a b Kauffman RP (2008). “Persistent Sexual Side Effects after Discontinuation of Psychotropic Medications”. Primary Psychiatry 15: 24.
  11. ^ Farnsworth KD, Dinsmore WW (January 2009). “Persistent sexual dysfunction in genitourinary medicine clinic attendees induced by selective serotonin reuptake inhibitors”. Int J STD AIDS 20(1): 68–9. doi:10.1258/ijsa.2008.008402. PMID 19103903.
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    «Chronic administration of 5-HT selective reuptake inhibitors (SSRIs), like paroxetine and sertraline, leads to a marked loss of SERT binding and function comparable to MDMA, but these agents are therapeutic drugs rather than neurotoxins (Benmansour et al. 1999; Frazer and Benmansour 2002). Finally, high-dose administration of SSRIs produces swollen, fragmented, and abnormal 5-HT terminals, which are indistinguishable from the effects of MDMA and other substituted amphetamines (Kalia et al. 2000).».
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