FAQ: Domande frequenti
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Libero: Così gli antidepressivi rendono impotenti. Melania Rizzoli (30 Settembre 2020)

Vengono somministrati anche per i disturbi d’ansia e alimentari, ma causano una drastica riduzione del desiderio sessuale. Fino alla scomparsa della libido

Ma è proprio vero che gli psicofarmaci sedano il desiderio sessuale, rendono impotenti gli uomini, le donne completamente disinteressate all’amore (...)

(...) e conducono all’anestesia genitale? Il problema è reale, ed era rimasto finora sottotraccia per non creare un conflitto tra la priorità della salute mentale e generale rispetto a quella sessuale, ritenuta secondaria da curare rispetto alle prime. Ma un’approfondita revisione della letteratura scientifica ha riconosciuto l’esistenza degli effetti negativi degli antidepressivi sulla libido e sulla attività sessuale dei pazienti che ne fanno uso regolare. Una nuova condizione patologica, prodotta dal trattamento prolungato con questo tipo di farmaci, è stata segnalata e inserita nei “bugiardini”, i foglietti informativi di tali medicinali, per allertare i consumatori sulla probabile comparsa di un deficit sessuale serio e di lunga durata, chiamato “Disfunzione sessuale post SSRI/SNRI”, che si riferisce agli antidepressivi più comuni, gli SSRI (Prozac, Fluoxeren, Elopram, Dumirox, Seropram, Maveral, Zoloft, Eurimil, Seroxat ecc), ovvero agli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, e agli SNRI (Pristiq, Xeristar, Cymbalta, Ixel, Efexor, Zarelis ecc), inibitori della ricaptazione sia della serotonina che della norepinefrina, molecole essenziali senza le quali si ha difficoltà a raggiungere il piacere sessuale, l’erezione, l’eiaculazione e l’orgasmo, con conseguente riduzione drastica del desiderio sessuale, fino alla completa scomparsa della libido con anestesia genitale, caratterizzata dalla mancanza di sensibilità ed eccitazione durante lo sfioramento o la stimolazione degli organi sessuali maschili e femminili.

Fino ad oggi si riteneva che tali aspetti negativi della sfera erotica potessero già esistere indotti dalla depressione, la patologia che imponeva l’uso di questi psicofarmaci, e far parte del suo corteo sintomatologico, in quanto l’anedonia, ovvero l’incapacità di provare piacere, è da sempre riconosciuta come sintomo centrale dell’umore nero patologico che influisce sul desiderio, sulla passione, sulla capacità di eccitarsi e di avere soddisfazione.


USO GENERALIZZATO


Gli antidepressivi sono considerati il trattamento di elezione per la “Depressione Maggiore”, ma in ambito psichiatrico oggi vengono prescritti anche per i “Disturbi d’ansia” e per i “Disturbi del Comportamento Alimentare”, e negli ultimi anni si è assistito all’estensione del loro utilizzo anche in altre situazioni patologiche, come nella terapia del dolore, nei disturbi del sonno, nelle crisi di panico e in alcune forme di cefalea. Per le ragioni di tale incremento, aggiunte alla riduzione della soglia prescrittiva, una percentuale stimata in ribasso di individui, che supera il 50%, lamenta di accusare serie disfunzioni sessuali correlate al trattamento con gli antidepressivi, e tale percentuale è ritenuta bassa rispetto alla realtà generale, poiché si riferisce solo a quei pazienti che hanno manifestato spontaneamente al proprio medico tale problematica sessuale rispetto a coloro che non la hanno, per pudore od imbarazzo, rivelata.

In generale nell’effetto farmacologico degli antidepressivi sono coinvolti meccanismi che bloccano la ricaptazione di alcuni neurotrasmettitori, come la serotonina e la noradrenalina, implicati nella regolazione dello stato d'animo, dell’irritabilità e della motivazione, rendendoli maggiormente disponibili, e proprio il loro aumento nel sangue provoca una tranquilla euforia, ma interferisce negativamente sulla sessualità e sulla libido, con comparsa di disturbi sia dell’eccitazione, che dell’erezione e dell’orgasmo, con un calo drastico della sensazione soggettiva del piacere erotico. L’orgasmo e l’eiaculazione richiedono sempre l’attività congiunta noradrenergica e dopaminergica, sistemi che vengono ridotti dall’aumento di serotonina causata dagli psicofarmaci, cosa che provoca spesso anorgasmia, ovvero scomparsa totale dell’orgasmo, sintomo preceduto da un periodo transitorio sia di eiaculazione che di orgasmo ritardato. Anche chi soffre di eiaculazione precoce viene sovente trattato con la Dapoxetina (Dapoxy 60, Priligy) un antidepressivo SSRI, da assumere 1-3 ore prima dell’attività sessuale, ma che se viene usato quotidianamente può alla lunga incidere negativamente anche sulla semplice erezione.


SESSO PRIORITARIO


Per molti neurologici e psichiatri le problematiche sessuali indotte dalla farmacoterapia sono irrilevanti rispetto alla priorità di trattare la psicopatologia primaria, ma nella “gerarchia dei disturbi” il desiderio sessuale ipoattivo, la disfunzione erettile, la secchezza vaginale e l’anorgasmia sono effetti collaterali intollerabili per la maggioranza dei pazienti, che non riescono a raggiungere l’erezione e l’orgasmo neanche ricorrendo al sildenafil (Viagra, Cialis ecc), al punto che molti di loro preferiscono abbandonare gli antidepressivi pur di non rinunciare al sesso. Senza sapere che gli psicofarmaci lasciano sempre il segno, hanno una emivita prolungata e gli effetti sedativi della sfera sessuale non spariscono per lungo tempo dopo aver interrotto l’assunzione. Questa nuova condizione, la Disfunzione Sessuale post-SSRI, fino a ieri sottostimata, oggi è stata riconosciuta e certificata, classificata tra gli spiacevoli effetti collaterali di tali antidepressivi, i quali spengono la passione erotica in oltre il 70% dei consumatori abituali, che rischiano paradossalmente di sviluppare una depressione più seria di quella iniziale.


Fonte: https://www.pressreader.com/italy/libero/20200930/281496458730978